TRUST FAMILIARE E FISCALITA’: IL PARERE DI SILVANO MAGGIO

Trust familiare: qual è al momento attuale la situazione riferita al carico fiscale del contribuente che voglia costituire un trust?

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A rendere assai interessante nel recente passato, anche dal punto di vista fiscale, la costituzione di un trust familiare in particolare erano, da un lato, con riferimento all’imposta di donazione/successione, il vantaggioso trattamento riservato a tutto quanto vi era conferito, e, dall’altro, con riferimento alle imposte dirette, l’estremo favore riservato ai redditi tassati in capo al trust, di poco superiore all’1%! Ora questa seconda possibilità non esiste più da un paio d’anni oramai, e, la prima, estremamente vantaggiosa, resiste ancora, anche se il Governo attualmente in carica ha espresso da tempo l’intenzione di metterci pesantemente le mani. L’intervento che, in particolare il Viceministro Zanetti ha in più occasioni annunciato, per quanto riguarda appunto l’imposta di donazione/successione, vedrebbe la riduzione da 1 milione di euro a 250 mila euro della franchigia e l’innalzamento dal 4% ad un probabile 10% dell’aliquota ora riservata al coniuge e ai parenti in linea retta.

Questo cosa comporterebbe?

Per il contribuente, il significato concreto di questo intervento è quello di un aggravio di non poco rilievo: le situazioni di vantaggio non ci sarebbero più. Ad ogni modo, quella tratteggiata è solo una proposta ministeriale. Lo stato attuale relativo alle norme fiscali sulle successioni e donazioni infatti consente ancora enormi vantaggi. Il contribuente, se è coniuge ad esempio, al momento o non paga o paga con una aliquota pari al 4%, che è davvero contenuta e certo non ha confronti in Europa.

Nonostante i vantaggi fiscali, il trust è ancora visto con sospetto: come mai?

La mia formazione quarantennale di commercialista mi ha spinto ad analizzare con puntiglio e determinazione i casi che mi venivano sottoposti. L’esperienza sul campo mi insegna che i clienti non sono ancora informati in maniera accurata sul trust. Se alla disinformazione si aggiunge anche l’uso distorto del trust da parte di alcuni “professionisti”, le conclusioni sono abbastanza ovvie. Tutti dovrebbero invece sapere oramai che il trust sul piano giuridico consente numerosi vantaggi sia per il cliente-fa- miglia sia per il cliente-impresa. Si tratta di uno strumento assai flessibile e, combinato con una sana creatività e conoscenza, realizza soluzioni tutte “meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico”, come recita il Codice Civile.  

CASE STUDY Trust “Famiglia Rossi”

Una coppia di sessantenni soci al 50% di una SNC, nel frattempo cui fabbricati che rendono un reddito per canoni di locazione di circa 20 accusa da qualche anno seri problemi di salute. Il trust congiunto poggia su e quella del genitore affetto da invalidità progressiva.

I 5 Vantaggi:

  1. Prima, i due soci della SNC pagavano l’Irpef che gravava su ognuno di loro con una aliquota che ben presto raggiungeva la massima, cioè il 43%. Dopo, una volta divenuto il trust socio della trasformata SRL, per il reddito aziendale lo stesso paga una imposta il risparmio è davvero notevole, ancor più se si pensa che le loro dichiarazioni dei redditi dovevano in precedenza accogliere anche i canoni di locazione degli immobili.
  2. Il figlio maggiorenne, disabile, in quanto bisognoso per tutta la vita di cure e assistenza particolari da prestare anche e soprattutto al momento in cui i genitori non fossero più in grado, per qualsivoglia motivo, di garantire, è stato invece nominato Beneficiario Vitalizio: significa che il trust per mano del suo trustee erogherà a fronte di questi bisogni un assegno vitalizio. L’altro figlio è stato di contro destinato Beneficiario Finale e quindi destinatario del Fondo in trust al suo termine; nel frattempo è entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione della società da cui percepisce a tale titolo il relativo compenso.
  3. Prima, la tassazione sul reddito realizzato dagli immobili, pari appunto a € 20.000, gravante sui coniugi presentava un’aliquota marginale Irpef del 43%. Dopo, con la costituzione del trust, è pari a 27,5% di IRES.
  4. Alla moglie, come peraltro al marito in qualità di Disponenti del Trust, è stato riservato in vita un trattamento da Beneficiaria; in particolare è stato previsto il diritto al mantenimento del precedente tenore di vita, all’assistenza e alla previdenza ben dettagliando, su questo ultimo punto, il diritto a vedersi spesata ad esempio del costo della badante piuttosto che della retta, se costretta a risiedere presso istituti specializzati.
  5. I genitori sessantenni, ormai prossimi alla pensione, al momento del conferimento delle loro quote di SRL fondo del trust. In tal modo il contributo Inps “gestione commercianti” prima gravante per circa euro 18 mila su ognuno, pari 36 mila euro totali, si riduce al minimo cioè per 3.600 della pensione. Anche sotto questo aspetto i numeri parlano da soli.
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