Il Consiglio dei Ministri, con il decreto-legge n. 39 del 31 marzo 2025, ha prorogato l’obbligo per le imprese di stipulare polizze assicurative contro i rischi catastrofali, introducendo scadenze differenziate in base alla dimensione aziendale.
L’obbligo è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2024 con l’obiettivo di rafforzare la resilienza del sistema produttivo italiano di fronte a calamità naturali come alluvioni, frane e terremoti.
Per le grandi imprese la scadenza per adempiere a questo nuovo obbligo rimane il 31 marzo 2025, ma beneficiano di una moratoria di 90 giorni senza sanzioni, estendendo di fatto il termine al 30 giugno 2025.
Le medie imprese avranno invece tempo fino al 1° ottobre 2025, mentre le micro e piccole imprese dovranno adeguarsi entro il 31 dicembre 2025.
Per chiarire i dubbi applicativi, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha pubblicato una serie di FAQ, specificando che l’obbligo riguarda anche beni in affitto o leasing, mentre sono esclusi gli immobili abusivi o in costruzione.
Non sono previste multe o sanzioni amministrative dirette per le imprese che non sottoscrivono le polizze in questione entro la scadenza stabilita, ma delle potenziali conseguenze indirette. Infatti, l’articolo 1, comma 102 della Legge n. 213/2023 prevede che “dell’inadempimento dell’obbligo si dovrà tenere conto nell’assegnazione di sovvenzioni, agevolazioni o altri sostegni finanziari pubblici”.
In questa espressione generica del legislatore potrebbe potenzialmente rientrare ad esempio:
- contributi per eventi calamitosi e catastrofali
- agevolazioni finanziarie e fiscali di carattere generale
- partecipazione a gare e appalti pubblici
- limitazioni nell’accesso al credito
Dr Michele Roviaro