IL TAGLIO DEI BONUS E I SUOI EFFETTI SUI CONTRIBUENTI AD ALTO REDDITO

La legge di Bilancio 2025 introduce un tetto alle spese detraibili per i contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro, una misura che potrebbe costare complessivamente circa 900 milioni di euro all’anno a questa fascia di contribuenti. Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), l’impatto varierà in base a fattori come reddito, numero di figli a carico e tipologia di spese effettuate.

I limiti per le detrazioni

Il nuovo regime prevede due fasce di reddito per il tetto delle spese detraibili:

  • Da 75.000 a 100.000 euro: il limite teorico è 14.000 euro.
  • Oltre i 100.000 euro: il limite si riduce a 8.000 euro.

Questi importi, però, vengono ridimensionati da un coefficiente legato al numero di figli a carico:

  • 0,5 se non ci sono figli,
  • 0,7 con un figlio,
  • 0,85 con due figli,
  • 1 con tre o più figli o almeno un figlio disabile.

Per esempio, un contribuente con reddito di 82.000 euro senza figli avrà un limite effettivo di 7.000 euro (14.000 x 0,5), mentre chi ha tre figli manterrà i 14.000 euro pieni.

Chi subirà i maggiori impatti

I più penalizzati saranno:

  1. Single o contribuenti senza figli a carico.
  2. Chi dichiara oltre 100.000 euro.
  3. Chi eseguirà ristrutturazioni edilizie o interventi di riqualificazione energetica dal 2025.

Le spese mediche restano escluse dai tagli, ma altri costi detraibili, come quelli legati a ristrutturazioni o affitti per studenti fuori sede, potrebbero eccedere i nuovi limiti.

Le simulazioni sulle famiglie

Per i redditi tra 75.000 e 100.000 euro, avere due figli generalmente permette di coprire le principali spese detraibili (es. tasse universitarie, mensa scolastica, attività sportive). Tuttavia, i contribuenti con redditi oltre 100.000 euro e figli a carico rischiano di superare i limiti, specie se affrontano costi significativi come affitti o ristrutturazioni.

L’impatto dei bonus casa

Le spese per ristrutturazioni edilizie o riqualificazioni energetiche rappresentano una sfida particolare. Questi lavori, spesso costosi, richiedono rate annuali che possono facilmente esaurire il plafond disponibile. Ad esempio, un investimento di 55.000 euro nel 2025 genera una rata annua di 5.500 euro per dieci anni, sottraendo gran parte del tetto disponibile. Solo le spese sostenute entro il 2024 saranno escluse dal nuovo regime.

Criticità e possibili conseguenze

Il taglio dei bonus, in particolare quelli edilizi, solleva interrogativi sull’impatto economico. Sebbene queste agevolazioni non abbiano lo stesso “valore sociale” dei bonus per figli o salute, contribuiscono a combattere l’evasione fiscale, sostenere l’edilizia e promuovere l’efficientamento energetico. La riduzione potrebbe scoraggiare investimenti futuri e avere effetti negativi sul settore.

Inoltre, le nuove regole potrebbero generare risultati imprevedibili, come l’impossibilità di sfruttare le detrazioni per coniugi con redditi troppo bassi o l’ottimizzazione delle spese tra co-proprietari di immobili.

Conclusioni

La manovra si propone di razionalizzare le detrazioni, ma rischia di pesare sui contribuenti ad alto reddito, penalizzando in particolare i single e chi investe in ristrutturazioni. Per evitare impatti negativi sul settore edilizio e sulla capacità di detrazione, sarà fondamentale monitorare attentamente l’applicazione di queste misure e i loro effetti.

Dottor Alessio Righetto

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