Un problema cui vanno incontro, in particolare la generazione della “terza età”, è quello che non sarà sempre possibile poter godere in futuro di una valida assistenza. E tutto ciò per una serie di motivi.
IL CASO
Un anziana coppia, protesa verso una longevità crescente, ha alle spalle figli già in età matura con nipoti anche maggiorenni. Le esigenze che accomunano molti di questi anziani possono essere così sintetizzate. “Durante la nostra vita abbiamo accantonato un patrimonio che certamente desideriamo per quanto possibile possa essere di aiuto e goduto dai nostri figli e nipoti. Parte di questo patrimonio vogliamo possa da loro essere usato già in vita per una serie di esigenze:
• Malattie, infermità, disabilità…
• Sostegno economico in caso di particolari necessità, come mancanza di lavoro…
• Aiuto economico, se ritenuto necessario, nell’acquisto dell’abitazione mediante un prestito piuttosto che con una garanzia prestata alla banca…
• Sostegno agli studi dei nipoti…
• E altro ancora…
Tuttavia sentiamo forte l’esigenza di dover conservare parte del patrimonio perché coscienti che dovremo far fronte ad una vecchiaia che la realtà ci mostra spesso offesa da incapacità anche gravi. Siamo coscienti del fatto che non sarà verosimile che qualcuno dei nostri eredi possa o sia in grado di poterci assistere… Che fare? Come garantirsi che ciò si avveri? Garantirsi? È la parola giusta? Ma sarà vero?
SOLUZIONE
Una soluzione è offerta dal Trust Testamentario, comunemente utilizzato all’estero, ad esempio negli Stati Uniti dove lo si sostituisce assai frequente[1]mente al testamento. Il motivo? Il testamento è caratterizzato dal fatto che è uno strumento statico, spesso del tenore: “lascio a mio figlio… lascio a mia figlia…”. Come?, quando?, a condizione che? e se succede che…?
Sono condizioni che non trovano facilmente spazio nel rigido schema testamentario. La complessità della vita ci insegna al contrario che, se non tengo in considerazione le tante situazioni che si possono prospettare, non raggiungo gli obiettivi che, in qualità di genitore o nonno, ritengo giusti e doverosi. Proviamo ad immaginare i più comuni desiderata:
• È bene che tenga in considerazione il fatto che mio figlio, magari con prole, è drogato, ludopatico o anche solo un “ragazzo difficile”?
• È bene che, per quanto possibile, pensi di privilegiare il figlio quando versi in difficoltà economiche, malattie, disabilità…?
• È bene che, se proprietario di un rilevante numero di immobili, o di importante liquidità, o di una azienda, o… mi preoccupi che questo tesoretto invece che diviso tra gli eredi, in parte possa invece essere mantenuto unito, non fosse che per continuare a fornire loro un reddito costante per il futuro?
• Bene che…
Il trust è vincente per il fatto che è sempre caratterizzato dalla presenza di un programma. Tale programma sarà poi gestito da un Trustee che ne risponde in termini di responsabilità. Ancor più presidiato, ma non necessariamente, se si voglia aggiungere la presenza anche di un Guardiano.
COSA SIGNIFICA PROGRAMMA?
Anche rispettando rigorosamente le regole sulla legittima stabilite dal Codice Civile, in prima battuta l’anziana coppia potrà cominciare a prendere in considerazione, all’interno del perimetro della quota disponibile, tutte le opzioni e i desiderata possibili. Non dimentichiamo un aspetto assai importante tuttavia: che cioè tra i beneficiari di questo trust famigliare ci sono anche loro! Ecco allora come il Consulente Patrimoniale comincia a dare una risposta al quesito posto dal titolo di questo caso.
Il programma di questo trust riporta per loro, gli anziani genitori, il diritto a:
• Mantenere il precedente tenore di vita oltre che
• Le risorse necessarie per la loro assistenza e previdenza. Con quali conseguenze:
• Che il trustee dovrà fornire le risorse in caso di malattia, di assistenza (serve una o più badanti?); o di ricovero (in una Casa per anziani invece che nell’ ospizio del comune)… e tutto ciò anche quando in futuro i figli o i loro coniugi intendessero “risparmiare”…
• Il trustee, legato all’obbligo di assecondare tale priorità durante la vita della coppia, potrebbe anche consumare l’intero patrimonio inserito in trust, non diversamente da quanto accadrebbe se non ci fosse il trust.
Una prima riflessione porta a concludere che i futuri eredi non saranno mai “padroni della situazione” e che le aspettative dei nostri anziani non andranno mai deluse. A questi obiettivi altri sovente vengono aggiunti al Programma. Il ruolo del Consulente che predispone l’atto di trust sarà allora quello di affiancare la coppia aiutandola letteralmente “a tirar fuori” quanto possa loro stare a cuore. Ne uscirà un programma su misura. Ecco valorizzato il trust non a caso chiamato negozio programmatico.