LA LUDOPATIA..UN RUBINETTO SEMPRE APERTO, UN PATRIMONIO CHE SI FUMA….

Ho letto con attenzione un interessante articolo di una famosa Psicologa e Psicoterapeuta sulla: “Ludopatia: quando il gioco diventa malattia” ed ho apprezzato il contributo professionale offerto ai famigliari che si trovano a convivere con questi soggetti.

A mia volta, vorrei trasferire la mia esperienza allo scopo di neutralizzare, per quanto possibile dal punto di vista giuridico,

gli effetti nefasti che questo tipo di dipendenze generano sul Patrimonio di una famiglia originato dopo una vita di lavoro.

Nessuna pretesa di aiutare a “guarire” il soggetto o sostenere i suoi famigliari, ma solo evitare che il Patrimonio possa essere distolto dalle legittime esigenze per cui è spesso destinato: una vecchiaia economicamente sicura per gli anziani genitori, un aiuto ai figli che devono affrontare i tanti problemi della vita, con un’attenzione anche ai nipoti…

E lo farò esponendo un caso concreto accadutomi una decina di anni fa.

IL CASO

Si rivolgono a me marito e moglie settantenni, titolari di un Patrimonio abbastanza rilevante. Due figli.

Il primo, fatto studiare con molti sacrifici, sposato con due bambini, ora medico primario.

Il secondo, affetto da ludopatia, divorziato, con un figlio minorenne. Costui, pur cosciente della sua situazione, continua a sperperare lo stipendio davanti alle macchinette da gioco.

Gli anziani genitori sono preoccupati che alla loro morte la quota di legittima che spetta al figlio ludopatico “non vada a finire in fumo”.

Nel frattempo si stanno facendo carico di pagare il canone di locazione e le spese condominiali del miniappartamento dove ora vive. Che fare?

SOLUZIONE

Ho costituito un trust entro il quale i due anziani genitori hanno conferito tutto il loro patrimonio, eccetto il conto corrente destinato a introitare le pen- sioni di entrambi. Si sono pertanto spossessati di tutto.

Il TRUST è uno strumento giuridico, come più volte ripetuto, destinato a contenere e gestire il patrimonio tramite un TRUSTEE che lo amministra, secondo un ben preciso PROGRAMMA costruito e voluto dai Disponenti, cioè la coppia di genitori. Ad amministrare il patrimonio è stato designato, nel ruolo appunto di trustee, un giovane avvocato amico di famiglia che si è offerto di farlo a titolo gratuito.

Cosa prevede il Programma che dovrà essere eseguito dal Trustee? Il programma infatti è la soluzione ai problemi.

UN PRIMO OBIETTIVO.

Si è voluto anzitutto che il Patrimonio in esso contenuto debba far prioritariamente fronte alle esigenze dei due anziani, non diversamente da quanto accadrebbe se non ci fosse il trust.

Spossessati sì, ma dal loro punto di vista sicuri che niente è cambiato!

O forse, sarebbe meglio dire, che molto è cambiato in meglio se è vero che la gestione delle risorse finanziarie affidata alla responsabilità di un trustee  e sottratta alle mani dei figli nel periodo più delicato e fragile della loro esistenza (una vecchiaia avanzata), garantisce maggiore sicurezza che i danari vengano utilizzati per una casa di riposo per anziani piuttosto che per un ospizio a buon mercato… come ho più volte ribadito.

UN SECONDO OBIETTIVO.

Il programma stabilisce che quanto residua alla morte dei genitori sia destinato per la sola quota legittima ad un figlio: il medico.

Si rammenti che la quota legittima è quella quota di eredità che per legge è destinata ad un famigliare.

Ciò che viene dato nel frattempo al figlio ludopatico (locazione, spese condominiali e altre varie rimaste impagate) viene conteggiato quale anticipazione della quota della sua eventuale legittima solo nel caso che costui, alla morte dei genitori ponga in essere una azione di rivendica nei confronti del suo proprio figlio, cui i nonni hanno riservato la legittima “scavalcando” il papà ludopatico.

Come a dire: lasciamo tutto a tuo figlio invece che a te, libero di fare contro di lui azione legale per riprendertela. Sappi però che in ogni caso quanto ti viene nel frattempo anticipato a copertura dei tuoi debiti, ti verrà sottratto

dalla legittima.

L’intera quota disponibile, quella quota cioè che per legge può essere destinata a chi si vuole, viene lasciata in gestione al trustee e destinata a tutti i loro nipoti.

Su questa impostazione si è trovato d’accordo anche il figlio medico.

Nei confronti di un Patrimonio accumulato in tanti anni di lavoro dai genitori c’è da chiedersi, che margini di manovra ha il figlio ludopatico dopo siffatta struttura giuridica?

Nessuna.

L’intero patrimonio (destinato tra l’altro  ad integrare mensilmente l’importo della pensione dei genitori perché insufficiente), è segregato all’interno di un trust: significa che non è disponibile se non per gli obiettivi espressi nel programma.

Come è andata a finire?

Dopo tre anni muore il marito e quasi di seguito la moglie.

Come accaduto in altri casi, anche in questa situazione, il figlio ludopatico non ha esercitato azione di riduzione della quota, che è stata “trasferita” direttamente al proprio figlio che è divenuto erede di quanto lasciato dai nonni. Amministratore di sostegno è stata nominata la mamma del bimbo.

RIFLESSIONE

Il trust in questo caso,come sovente succede, si è mostrato stru- mento idoneo a salvaguardare un Patrimonio che con l’avanzare degli anni e, certamente con la scomparsa dei due anziani prota- gonisti, poteva essere depauperato.

Un meccanismo differente, ma abbastanza simile quanto a struttura, si può immaginare possa dare un valido ausilio anche in pre- senza di altre disabilità.