UN TRUST PER CALCIATORI? PERCHÉ MAI?

In un mio precedente intervento ho cercato di illustrare, meglio, di far toccare con mano l’importante contributo del TRUST a sostegno delle famiglie con famigliari “difficili” in quanto affetti da ludopatia, dipendenza a sostanze…. o disabilità grave (vedi Legge Dopo Di Noi).
Un aspetto che viene colto dal lettore è che il trust è sempre funzionale alla PROTEZIONE del PATRIMONIO.
Funzione che in questo istituto si ha come conseguenza, effetto, giusto il fatto che il patrimonio viene in esso segregato e quindi non aggredibile da creditori, nemmeno da quelli del trustee.
Abbiamo tuttavia constatato che l’obiettivo della protezione del patrimonio ha spesso portato con sé altra importante conseguenza: la protezione della persona. Per tutti basti pensare al trust per il Dopo di Noi.
Sulla stessa linea, nel caso che espongo, il trust riesce ad esprimere forte utilità anche nei confronti di altri soggetti che, fuori dalle apparenze, abbisognano di altrettanta protezione a livello personale.

IL CASO

Qualche anno fa ho avuto modo di incontrare presso il commercialista di fiducia, il papà di un calciatore di serie A.
Personaggio quest’ultimo che non ho mai avuto occasione di vedere personalmente nemmeno durante i lavori che sono seguiti nei tre mesi successivi. Un guaio se fossi un appassionato di calcio…
Il commercialista mi aveva richiesto consulenza con in testa una sola idea fissa: il trust concepito come notevole strumento di risparmio fiscale.
Era il tempo in cui i dividendi erogati a favore di un trust holding venivano tassati al 1,25%, situazione evidentemente destinata a mutare nel tempo, come accaduto di seguito.

RIFLESSIONE

L’esperienza insegna che il fattore risparmio fiscale, se esistente e legittimo, non deve mai essere l’unico scopo che si pone chi si avvicina al trust.

EBBENE:
Il patrimonio del calciatore, piuttosto importante, si riassumeva principalmente in due società immobiliari, altri immobili personali e rilevante liquidità gestita da un Consulente Finanziario di fiducia.
La mia esposizione si concentra ora solo su quell’ aspetto particolare del trust di cui in premessa, e senza indugio lascia alle spalle il percorso tecnico per evidenziare la soluzione accettata dal papà del calciatore e dal suo commercialista di fiducia.
È interessante notare come è stato diretto e sviluppato l’approccio con il cliente.
Già dal primo incontro il papà, tra le altre cose, voleva giustamente capire in cosa poteva consistere nel suo caso il vantaggio di avere un patrimonio protetto.
Dopo aver passato in rassegna i più scontati rischi cui sono soggetti i comuni mortali ho voluto includere tra questi anche “le donne”.
Con tutto il rispetto e la considerazione che da sempre accompagna il mio pensiero sulla donna, (non a caso ultima ad uscire dalle mani del Buon Dio dopo il crescendo dei precedenti elementi del Creato), non potevo chiudere gli occhi su una situazione diffusa e a tutti nota.
La reazione del papà è stata un sobbalzo: il figlio doveva essere protetto anche da questo rischio!

COME?
Tralasciando tutto il resto del progetto, e concentrandosi sul tema in argomento, arriviamo alla soluzione che, come il lettore ha oramai compreso, troviamo inserita nel PROGRAMMA di un trust.
In questa fattispecie cosa riporta in sintesi il programma?
Tutto il patrimonio accumulato in passato e i redditi futuri del calciatore sono destinati ad essere inseriti in un trust; con una conseguenza non di poco rilievo:
Garantire una gestione professionale dei beni che ora è in capo al papà
artigiano, non più giovane, visto che il figlio ha da sempre mostrato scarsa partecipazione e interessamento.
• Per il tempo durante il quale il calciatore riesce a essere produttivo in ambito sportivo, il trustee gli riserva un reddito calmierato in riferimento e in funzione delle esigenze sempre più rapportate ai guadagni prodotti e all’ammontare del patrimonio inserito nel fondo in trust.
Giusto per farsi un minimo di idea al calciatore il trustee, finché in serie A, acquista una Porsche ogni due anni…e gli lascia in tasca 200.000 euro. Dopo la serie A le regole cambiano.
• In questo modo al calciatore viene anche assicurato un futuro fin d’ora programmato.
• È evidente che, sotto l’aspetto della PROTEZIONE, tutto il patrimonio creato in passato ed inserito in trust non potrà mai essere “aggredito” (espressione usata dal papà) da chicchessia (espressione mitigata dal sottoscritto).
• Ma che significato ha dato concretamente il professionista a questo termine? Vediamolo.


Sotto l’aspetto personale/famigliare il trust prende in considerazione la regolamentazione delle più svariate situazioni: dalla famiglia regolare con figli, alla convivenza con o senza figli, alla vita da single con o senza figli, alle situazioni di separazione/divorzio, alla presenza di figli “difficili”, disabili, piuttosto che la presenza di genitori anziani cui prestare attenzione…
Sotto l’aspetto fiscale si aprono interessanti prospettive di legittimo risparmio a cominciare dalle imposte di donazione/successione, ma non solo..