IL PASSAGGIO GENERAZIONALE DEL PROFESSIONISTA

Un dottore commercialista giunto all’età della pensione si pone due obiettivi:

  • Porre in essere un passaggio generazionale riferito alla sua attività, nella quale si vuole coinvolgere il figlio, già consulente di azienda, e i suoi cinque collaboratori, tutti professionisti da anni inseriti nel suo studio.
  • Oltre al passaggio generazionale dell’attività vuole pensare a quello del suo patrimonio personale nei confronti della famiglia.
  • Nel contempo vuole assicurarsi la PROTEZIONE del suo complessivo patrimonio, personale e “aziendale”.

La situazione di partenza presenta i seguenti tratti salienti:

  • Il commercialista versa ogni anno una cifra che si aggira attorno ai 45.000 euro alla sua Cassa di Previdenza. Raggiuta l’età pensionabile questo importo può ben essere speso per altri investimenti ritenuti più produttivi.
  • Il suo reddito ben presto arriva ad essere inciso da irpef ad aliquota massima (43%), oltre alle addizionali.
  • Lui è da tempo socio di altre due società a responsabilità limitata, SRL, da cui attinge dividendi, ora colpiti da imposta sostitutiva del 26%.

PRIMO PASSO
Il commercialista ha già costituito assieme alla moglie una società in accomandita semplice, SAS, in cui lui è socio accomandante al 99% e la moglie accomandataria al 1%, e nella quale ha conferito le sue due partecipazioni. In tal modo la SAS diviene, per così dire, il suo tesoretto, una piccola holding di partecipazioni.


SECONDO PASSO
Il commercialista costituisce una SRL che vede soci il figlio, consulente di impresa al 10% e la SAS, da tempo costituita al 90%. In tal modio la SAS conferma la sua vocazione di holding di famiglia in cui inserire partecipazioni caratterizzate dal fatto che un socio non assume mai responsabilità illimitata e solidale.


TERZO PASSO
Arrivato all’età della pensione il commercialista vende alla neocostituita SRL il suo ramo di attività relativa ai servizi: oltre ai beni strumentali si trasferiscono tutti i suoi dipendenti, i servizi non attinenti alla sfera professionale e l’avviamento riferito ai ricavi relativi alla clientela ceduta.
Lui mantiene per sé la sola attività che l’ordinamento professionale riserva appunto al Commercialista iscritto all’Ordine: incarichi sindacali, perizie…
Il fatturato relativo a questa attività residua rimasta in sue mani si aggira sui 40/ 50.000 annui.
Amministratore unico della SRL è da subito il suo braccio destro in studio: con ciò oltre a significare la sua estraneità all’interno della SRL, esprime il segnale forte per tutti i componenti dello studio circa la conferma della sua filosofia e volontà di proseguire nel passaggio generazionale al suo interno.

FACCIAMO IL PUNTO

SOCIETÀ ALFA: 99% MARITO (socio accomandante) e 1% MOGLIE (socio accomandatario)

SRL BETA 90% SAS ALFA e 10% FIGLIO


ULTIMO PASSAGGIO
Il commercialista previdente da anni ha istituito un trust che gli ha permesso di dormire anche quando non sarebbe stato facile, come quando ad esempio nell’era della crisi, alcune società nelle quali svolgeva la funzione di componente del collegio sindacale, erano state travolte dal fallimento: con la differenza che i colleghi scoperti da protezione hanno avuto problemi di portafoglio oltre che di insonnia.
Il commercialista ad un anno di distanza, compiute tutte le operazioni esaminate, conferisce in trust l’intera quota di accomandante della SAS.
In tal modo il trust diviene socio accomandante senza pertanto assumere alcuna responsabilità patrimoniale.

TRUST :EX PARTECIPAZIONE DEL MARITO IN SAS ALFA –>SOCIETÀ ALFA: 99% DEL TRUST (socio accomandante) e 1% MOGLIE (socio accomandatario) –>SRL BETA 90% SAS ALFA e 10% FIGLIO

LIETO FINE? LO GIUDICHI IL LETTORE.
Vero che il commercialista paga 4.000 euro contro i 45.000 precedentemente versati ogni anno alla sua Cassa Previdenza.
Il trust attualmente sui dividendi che percepisce dalla SAS paga il 13,95% (pari al 24% sul 58,14%).
Vero anche che si è attuato il passaggio generazionale dello Studio del Commercialista.
Vero che tutti i suoi beni sono all’interno del trust e che il programma ne prevede la destinazione ai beneficiari individuati.