Separazione del patrimonio aziendale da quello immobiliare

Molto conosciuto e utilizzato dai commercialisti dove l’unico obiettivo che normalmente viene perseguito è la protezione del patrimonio immobiliare  rispetto al compendio degli altri beni aziendali, tutti soggetti al rischio di  impresa.Normalmente una scissione provvede a raggiungere il risultato. Anche se su questa impostazione nel corso di queste pagine ho già avuto  modo di esprimere qualche perplessità. 

Tuttavia, ai fini di quanto interessa, la successione, la situazione post scissione offre senza ombra di dubbio la possibilità, assai sovente poco pensata e programmata, di favorire il trasferimento dell’eredità agevolandone il riparto  sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Risulta infatti evidente che  se le quantità sono maggiormente frazionate e combinate il riparto accontenta più facilmente gli eredi. Un ottimo punto di partenza dal nostro punto di vista.

La valenza di questo procedimento consta nel fatto di essere propedeutico  a programmare un passaggio generazionale nel quale liquidare alcuni eredi  per mantenere nelle mani di uno solo, colui che ha capacità imprenditoriali,  le redini dell’azienda. Il Progetto normalmente viene affiancato e declinato con altri strumenti giuridici quali l’usufrutto, la nuda proprietà, l’affitto di azienda… e molti altri alla  bisogna.

Un caso, un insuccesso
Imprenditore che conosco da 35 anni con il quale sono state poste in essere  svariate e felici iniziative imprenditoriali. Negli ultimi dieci, soprattutto approfittando della crisi post 2008, insisto nel  farlo considerare un certo Programma cui ho dedicato tempo e dedizione,  e che a mio modo di vedere risolve in modo soddisfacente la prospettiva  successoria. 

Di sicuro il programma da me costruito riesce a ottenere un buon equilibrio  tra i suoi due fratelli soci, che conosco da anni e dai quali mi aspetto un riscontro positivo. Di sicuro permette una gestione del comparto aziendale “senza scossoni” ; al  contrario promette una continuità tale che quasi necessità andarla a raccontare a banche e dipendenti perché se ne accorgano.

 Non sempre accade. Il programma prevede una scissione nel senso sopra descritto; e di seguito,  altre operazioni in questo caso meno impegnative e poco costose. Con benefici da godere subito, domani.
Tra questi, il principale, rendere più facile una fuoriuscita dei fratelli dalla  società operativa, dove destinato a proseguirne l’attività è il figlio dell’imprenditore, valido imprenditore da anni in azienda.

“Aspettiamo che……” la risposta ripetuta anno dopo anno. L’imprenditore muore tre mesi fa. Cos’è mancato per coronare il successo? La prospettiva della successione da parte di tutti i professionisti di fiducia dell’imprenditore: dal commercialista, all’avvocato, al consulente del lavoro, del consulente finanziario, assicurativo, del funzionario di banca.

Non ho di proposito affrontato l’analisi del contenuto tecnico del caso. Ho ritenuto prioritario questo appello a tutto il mondo professionale a una maggiore attenzione e impegno per una “mentalità professionale” nuova e diversa e rivolta all’inevitabile ultimo miglio dell’imprenditore.

Per lui, i suoi cari, i soci, i dipendenti… tutti assieme potevamo venirne a capo.