- Viene riconosciuto un diritto di abitazione alle coppie conviventi?
- Il diritto di abitazione permane in capo al genitore cui spetta l’affidamento dei figli, nella casa di proprietà dell’altro ex convivente?
- Se l’ex convivente, colui il quale rimane ad abitare nella casa in oggetto, si sposa o intraprende una nuova convivenza con un terzo, il diritto di abitazione viene meno?
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PATOLOGIE DELLE CONVIVENZE: ASSEGNAZIONE CASA FAMILIARE. CASO CONCRETO
Oggi vogliamo condividere con voi un argomento caro allo Studio, il contratto di convivenza, nello specifico, di cosa accade alla casa di comune residenza nel caso in cui la coppia abbia dei figli minori e decida di separarsi.
Lo faremo partendo da un caso pratico:
Mario e Francesca convivono nella casa di esclusiva proprietà di Mario, con i due figli minori. La coppia già da due anni vive una profonda crisi di rapporto. Decidono di separarsi. Il giudice stabilisce che i figli vengano affidati alla madre.
Non essendo a conoscenza della legge n. 76 del 2016, “Legge Cirinnà”, fin dall’inizio della loro convivenza non avevano mai pensato in prospettiva. Consideravano la convivenza un regime libero. Non hanno quindi mai stipulato alcun contratto di convivenza.
Le quaestio che sorgono in merito alla situazione sono diverse: