PROTEZIONE DELLA PERSONA IN PRESENZA DI UN AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO

Considerare come obiettivo la successione serve a far vivere meglio le persone oggi.
Ecco una esperienza professionale che ancora una volta porta in questa direzione e la conferma.


Amministratore di sostegno (ADS), di che cosa si tratta?

Nasce con una felice legge (n° 6/ 2004) protesa a fornire un valido supporto alle molte persone affette da disabilità; disabilità intesa in senso lato cioè in quanto non in grado di attendere ai propri interessi.
Con questa legge si istituisce la figura dell’ ADS con la quale dare un sostegno caratterizzato da ampia operatività, rispettosa nel contempo della capacità di agire del beneficiario disabile.
La bontà della normativa è confermata dall’utilizzo che ne è seguito.

IL CASO

Qualche anno fa una avvocatessa mi chiede di dare il mio contributo in quanto le era capitato di vedere un provvedimento di un Giudice in base al quale affiancava ad un ADS un trustee per la gestione di importanti partecipazioni societarie.
Un caso per la verità articolato e complesso trattandosi di partecipazioni societarie sia di maggioranza che di minoranza.
Nel nostro invece si trattava di due anziane sorelle, nubili, prive di parentela significativa in ottica ereditaria; ma quello che succede dopo, si sa può, diventare anche diverso.
Nell’ultimo decennio di vita infatti un robusto e abbronzato giovanotto, molto devoto a tutti i Santi, aveva quasi quasi convinto la più anziana ad adottarlo.
Il giudice provvede nel frattempo a nominare a favore di questa un ADS nella persona dell’avvocatessa.
Il patrimonio delle due sorelle, al 50% cadauna, è interamente formato da immobili per un valore assai notevole, accumulati dal papà in tempi in cui questa attività poteva essere più semplice da gestire. Alla sorella “più giovane” finora il compito di gestire gli immobili: dai contratti di locazione, alle manutenzioni, agli adempimenti fiscali, alle polizze di assicurazione…
Trattandosi di una attività divenuta impegnativa l’avvocatessa ADS, dopo essersi consultata con me, informate compiutamente le sorelle, decide di presentare al Giudice un PROGETTO, che in sintesi è costituito da quanto
segue:
• Conferimento in trust di tutto il compendio immobiliare.
• La funzione di trustee per ora affidata ad un amministratore di condominio.
• Esposizione delle regole che sovraintendono la nomina successiva di un trustee anche in forma collegiale, in funzione delle necessità future.
• La funzione di Guardiano affidata per ora al Commercialista di famiglia, con puntuale regolamentazione riferita, come sopra, all’avvicendamento futuro.
• Scopo del trust: garantire il mantenimento e la gestione del patrimonio conferito nel rispetto della capacità di agire della beneficiaria dell’amministrazione di sostegno. Ma non solo.
• Il Programma prevede beneficiaria non solo la sorella maggiore, ma entrambe evidentemente. Tecnicamente va aggiunto per la legittima curiosità dei giuristi che in questo caso le disponenti e le beneficiarie
coincidono.
• Il tutto condizionato e soggetto alle necessarie autorizzazioni.
Chiaro per il lettore che, se pure la descrizione si ferma ai soli elementi del tema trattato, altri obiettivi sono stati aggiunti; non ultimo la destinazione finale del fondo in trust alla scomparsa di entrambe.
Viene confermata l’affermazione iniziale: in definitiva si tratta di un trust ancora una volta con scopo principale la PROTEZIONE DELLA PERSONA.
In questo caso rispettando nel contempo i ruoli delle figure in campo, con particolare riguardo a quello dell’ADS.
Il Giudice approva.